Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 1

Le bollicine in Friuli? Sono un…”Classico”!12 min read

Quello nato dalla lungimirante visione del friulano Piero Pittaro, personalità di spicco nel campo enologico internazionale, che negli anni ’70 decise di investire in quelle terre magre, aride e sassose della pianura friulana, le Grave. E poco dopo, anche sul Metodo Classico. Era il 1982.
“Cominciai allora, in quegli anni difficili ma entusiasmanti, quando costruivi e producevi, non solo per te, ma per far ricrescere la tua Regione, la tua Patria, la tua Società.“
Con queste belle parole, Piero racconta l’inizio della sua avventura in una zona difficile nella quale nessuno avrebbe mai pensato che valesse la pena di investire in viticoltura.
E questo territorio apparentemente inospitale ma dalle molte risorse nascoste, stava solo aspettando l’interprete giusto, un uomo che spinto dalla passione per le sue terre, si cimentasse nello studio delle peculiarità dei terreni e, prendendo a modello anche esempi virtuosi di zone che presentavano caratteristiche geomorfologiche simili, fosse in grado di comprendere e valorizzare le sue potenzialità.
Ma il bello doveva ancora arrivare. Infatti, seppur inizialmente dedito prevalentemente alla più tradizionale produzione di vini fermi, alcuni rossi ma soprattutto i famosi “bianchi” friulani, Piero, affascinato dagli Champagne che aveva spesso incontrato in occasione dei suoi frequenti viaggi di lavoro in Francia, coltivava un grande sogno: quello di creare spumanti di alta qualità utilizzando sì il Metodo Champenoise, ma che fossero anche espressione della sua terra, il Friuli.

Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 2
Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 8


E la passione che nutriva per questo progetto e per questi vini, riuscì presto a contagiare anche Stefano Trinco, il giovane enologo, anche lui friulano, che lo affiancava in Azienda.
Grazie a questa vincente collaborazione, i Metodo Classico Pittaro, capaci di distinguersi a livello nazionale ed internazionale per la loro qualità, sono diventati presto un punto di riferimento per l’intera produzione spumantistica friulana e non solo e, contemporaneamente, i due enologi si sono consacrati tra i più grandi interpreti di questo territorio.

Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 3
Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 9

Pittaro fu un uomo coraggioso che non esitò ad affrontare un investimento rischioso ed in controtendenza rispetto alle altre realtà regionali e, considerato il periodo d’oro di cui da tempo stanno godendo le bollicine italiane, possiamo certamente affermare che puntare sul Metodo Classico già negli anni ’80, quand’ancora in Italia non era così diffuso, si è rivelata alla fine una decisione molto perspicace nonché un ottimo investimento. Un progetto che sta dando all’azienda risultati sempre più soddisfacenti.
La cantina attuale che si trova a Codroipo, in provincia di Udine, di fronte alla base delle “Frecce Tricolori”, venne inaugurata nel 1985 e, oltre ad essere la sede delle fasi produttive, ospita un interessantissimo “Museo del vino” che conta oltre 5000 pezzi unici legati al mondo del vino selezionati e raccolti meticolosamente negli anni dallo stesso Piero.
In Azienda grande attenzione è riservata, inoltre, a tutto ciò che contribuisce a rendere questa realtà più ecosostenibile, sia dal punto di vista della conduzione dei vigneti che delle tecniche di agricoltura, fino ad arrivare all’impianti tecnologici.
Vigneti Pittaro conduce ben 90 ettari coltivati a vigneto, 85 dei quali si trovano in pianura, nel cuore delle Grave, ed i restanti cinque sulle bellissime colline di Ramandolo.

Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 4
Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 10

IL TERRITORIO
Friuli Grave
La zona DOC Friuli Grave e si estende a cavallo del fiume Tagliamento, tra le province di Pordenone e Udine. Oltre il 50% della produzione vinicola regionale proviene da vigneti coltivati in questa storica zona. L’alta pianura friulana, a ridosso dell’arco prealpino, è caratterizzata da un paesaggio naturale di spiccata originalità. Si tratta di un’ampia zona formata dalle alluvioni dei fiumi Meduna, Cellina e Tagliamento che, nel corso dei millenni, hanno depositato enormi quantitativi di materiale calcareo-dolomitico strappati alla montagna dalla violenza delle acque e trascinati a valle lungo il loro alveo. L’intera pianura è formata da terreno di origine alluvionale, grossolano nella parte settentrionale della DOC, più minuto man mano che i fiumi proseguono il loro corso. Le montagne, oltre ad aver dato origine al terreno delle Grave, lo riparano dai venti freddi provenienti da nord. Questo fatto, insieme all’effetto benefico del mare Adriatico, ha concorso alla creazione di un clima particolarmente adatto alla coltivazione delle vite. Vi è però un’altra ragione che rende le Grave adatte ad una produzione di qualità: il terreno, caratterizzato da un’ampia superficie sassosa, esalta l’escursione termica tra il giorno e la notte favorendo così uve con una spiccata dotazione di aromi e vini profumati ed eleganti. (Cit. Disciplinare DOC Grave)

IL METODO CLASSICO DEI “VIGNETI PITTARO”
Un Metodo Classico adattato ai vini bianchi del Friuli: la raccolta delle uve ad un buon grado di maturazione per ottenere spumanti di struttura e corpo con un’acidità non troppo elevata.
Nascono così le deliziose bollicine dalla personalità chiaramente friulana, risultato di una tecnica spumantistica affinata negli anni, unita ad una profonda conoscenza del territorio e dei vitigni.
Le varietà scelte per il vino base sono Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot nero, ovvero le stesse utilizzate solitamente anche nel Metodo Classico francese per la loro attitudine al conferimento di qualità e finezza al vino, nonchè per la capacità di adattarsi al processo di spumantizzazione. Completa la gamma la Ribolla Gialla, famosa varietà autoctona prodotta sui Colli Orientali, che viene spumantizzata in purezza.
A parte quest’ultima, negli spumanti bianchi di Pittaro si utilizzano Chardonnay e Pinot Bianco. La prima fermentazione dello Chardonnay e di una parte di Pinot Bianco avviene in acciaio, mentre la restante parte di Pinot Bianco fermenta in barriques. Nel rosato, invece, si impiegano Chardonnay e Pinot Nero.
Tutte le varietà si affinano per alcuni mesi sui propri lieviti, mentre è alla fine dell’inverno che si procede all’assemblaggio. Segue l’avvio della seconda, fondamentale, fermentazione: quella in bottiglia. Le bottiglie vengono poi accatastate e rimangono “sur lie” per un numero di mesi che varia a seconda del prodotto. A seguire le fasi di “remuage” e“degorgement”. La sboccatura e una piccola aggiunta di liquer d’expedition, tranne che nel “pas dosè”, chiudono il ciclo di produzione e le bottiglie, dopo una sosta di alcuni mesi in cantina, sono pronte per essere degustate.
I Metodo Classico Pittaro si fanno apprezzare da subito per la loro schiettezza, freschezza e dinamicità. Molto eleganti sia all’olfatto che in bocca. Il perlage è finissimo e cremoso, ed è presente e persistente dall’inizio della degustazione fino all’ultimo sorso. Un tutt’uno inseparabile con il vino con cui si è unito negli anni. Piacevolezza gusto-olfattiva, cremosità, acidità presente ma con discrezione ed una delicata nota amarognola che chiude il finale, invoglia a gustarsi immediatamente un altro sorso.
Tutti gli elementi sono in equilibrio e perfettamente armonizzati. Il tempo ha fatto il suo corso.
Ogni volta che stappiamo una di queste bottiglie, si percepisce che abbiamo disturbato questi signori risvegliandoli bruscamente dal lungo riposo, ma nonostante ciò, notiamo che si presentano comunque già da subito pronti alla beva, garbati, eleganti ed un po’ rigorosi. Con il passare dei minuti, si aprono e, non appena si ambientano nelle nuove condizioni, si schiudono e si fanno conoscere ed apprezzare volentieri per la loro precisione, orgogliosi della loro ricchezza intrinseca, della loro complessità e sincerità. Esattamente come gli abitanti di questa Regione.
Dedico volentieri il giusto tempo a questa degustazione, senza fretta. Una storia che si è creata in anni di lavoro, non può essere certo ascoltata in pochi istanti. Passano i minuti e, pur mantenendo le caratteristiche distintive, questi vini evolvono e ci tengono compagnia durante tutta la degustazione, raccontando continuamente qualcosa di nuovo del loro lungo riposo, senza mai annoiarci.
I campioni degustati si sono distinti nettamente l’uno dall’altro per complessità, acidità, residuo zuccherino e caratteristiche gusto-olfattive diverse, ma si può riconoscere chiaramente uno stile che li accomuna tutti, una sorta di autografo di chi li ha creati.

IN DEGUSTAZIONE
Ma vediamo in dettaglio le etichette che avuto l’onore di degustare con l’enologo Stefano Trinco:

Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 5
Le bollicine in Friuli? Sono un..."Classico"! 11

TALENTO BRUT ETICHETTA ARGENTO
Prodotto da 80% Chardonnay e 20% Pinot Bianco delle Grave e con almeno 30-36 mesi di affinamento sui lieviti, questo spumante si presenta brillante, di un bel colore giallo paglierino di media intensità, il perlage è fine e persistente. Le prime ad essere percepite sono le note di lievito e crosta di pane, seguono quelle piacevolmente fruttate ed agrumate di pompelmo, accompagnate da sentori delicati di fiori bianchi e di miele. Cenni vanigliati in chiusura. Il sorso è molto piacevole, fresco ed equilibrato, di buona struttura ed armonico. Dopo una mezzoretta nel bicchiere, si possono percepire al gusto anche note lievemente caramellate.
Molto equilibrato ed armonico, questo spumante dai profumi suadenti e dalla personalità fine e sobria, è un vino immediato che incontra con molta facilità l’approvazione di tutti i palati. Perfetto come aperitivo e in abbinamento ad antipasti delicati. E per essere l’“entry level” dell’Azienda, è davvero di alto level!

TALENTO BRUT ETICHETTA ORO 2016
Prodotto da 80% Chardonnay e 20% Pinot Bianco delle Grave e con almeno 60 mesi di affinamento sui lieviti, questo spumante si presenta brillante, di un bel colore giallo paglierino di buona intensità, il perlage è fine e persistente. Il naso è ricco e molto invitante, con note di lievito e crosta di pane, di burro, di frutta a polpa bianca e tropicale, con delicati sentori di frutta secca e profumi floreali di fiori gialli. Cenni vanigliati in chiusura. Il sorso è molto avvolgente, cremoso, fresco ed equilibrato, di buona struttura ed armonico. Dopo una mezzoretta di sosta nel bicchiere, si possono percepire al gusto anche note di radice di liquirizia.
Con questo spumante saliamo di intensità e complessità aromatica e gusto-olfattiva. E’ un vino molto piacevole ed avvolgente, equilibrato ed armonico, dai profumi accattivanti e dalla personalità elegante e strutturata. Si abbina perfettamente a tutto pasto, dolci esclusi.
Prodotto solo nelle annate particolarmente favorevoli e, in questi casi, la bottiglia viene millesimata ossia riporta l’annata di raccolta delle uve.

TALENTO PAS DOSE’ 2015
Prodotto da 80% Chardonnay e 20% Pinot Bianco delle Grave e con almeno 60 mesi di affinamento sui lieviti, questo spumante si presenta brillante, di un bel colore giallo con riflessi dorati e sfumature verdoline, il perlage è fine e persistente. Si percepiscono note di lievito e crosta di pane, di fiori bianchi e delicati sentori fumè. Cenni vanigliati in chiusura. Il sorso è molto fresco e sapido, equilibrato e di buona struttura. Dopo una mezzoretta di sosta nel bicchiere, si possono percepire al gusto anche delicate note di tabacco.

Un vino verticale, schietto e diretto, che mostra con molta naturalezza ed orgoglio la purezza della sua natura. Con questo spumante si comprende la perfezione che c’è alla base della produzione perché un pas dosè mette a nudo l’essenza di cui è composto e non lascia scampo. Con il pas dosè non si possono commettere errori. Questo Metodo Classico fa emergere tutta la maestria dell’enologo Stefano Trinco nella gestione della spumantizzazione. Nonostante il dosaggio zero, è molto equilibrato.
Un vino un po’ più difficile da capire, meno immediato, ottimo da aperitivo, in abbinamento a crudi di pesce e antipasti delicati. Anche se, a dire il vero, a chi, come me, ama questa sublime tipologia di Metodo Classico, lo consiglierei anche da solo come coccola da concedersi in qualunque momento della giornata.

RIBOLLA GIALLA BRUT RONCO VIERI
Prodotto da uve 100% Ribolla Gialla dei Colli Orientali. Di antica origine friulana, questo è uno dei vitigni più diffusi sulle colline regionali. Come vino è noto per la sua versatilità e per le molteplici declinazioni enologiche a cui sa adattarsi tanto da diventare un riferimento anche come “vino base” destinato ad essere spumantizzato. La pressatura soffice è stata effettuata su uva intera. Il 90% del mosto viene fermentato in acciaio, la parte rimanente in barriques di 3°passaggio. Dopo circa 18 mesi di affinamento, questo spumante si presenta brillante, di un bel colore giallo paglierino di media intensità, il perlage è fine e persistente. Si percepiscono note di lievito e crosta di pane accompagnate da quelle di fiori gialli e frutta a polpa bianca. Il sorso è molto fresco ed equilibrato, di buona struttura ed armonico. L’acidità è più spiccata rispetto ai vini precedenti.

La Ribolla Gialla Ronco Vieri Metodo Classico da uve autoctone è un vino fresco e versatile. Ideale come aperitivo o anche in abbinamento ad antipasti di pesce crudo, primi piatti delicati a base di pesce o verdure.

PINK BRUT ROSATO
Prodotto da 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay. Le varietà vengono vinificate separatamente. Il Pinot nero viene fatto macerare per 12 ore a bassa temperatura prima di essere separato dalle bucce. Lo Chardonnay fermenta in barrique e l’assemblaggio della cuvèe viene effettuato alla fine dell’inverno. Dopo almeno 24 mesi di affinamento, questo spumante si presenta brillante, di un bel colore rosa antico con sfumature ramate, il perlage è fine e persistente. Note di lievito e crosta di pane si fondono armonicamente con quelle piacevolmente fruttate dei frutti rossi, accompagnati da delicati sentori floreali di petali di rosa. Un sorso molto piacevole, fresco ed equilibrato, di buona struttura ed armonico. Chiusura delicatamente agrumata.

Un vino delizioso, accattivante, fresco e giovane che porta nel suo corredo aromatico e gusto-olfattivo tutta l’eleganza e la succosità del Pinot Nero. Ottimo anche da solo, oppure abbinato ad un piatto di salumi, in abbinamento ad antipasti saporiti, primi piatti a base di pesce, di frutti di mare, ma anche di carne o verdure.

Spumantizzare significa investire nel prodotto e nel tempo. Significa creare una storia da raccontare. Una storia che sia piacevole da ascoltare. Significa attendere per anni il riposo del vino sui lieviti affinchè si sviluppino profumi e aromi fini ed intriganti, e si creino quelle magiche bollicine che sono da sempre simbolo di festa ed allegria. Produrre Metodo Classico significa sapere attendere con pazienza i risultati del proprio lavoro. Una dote da riscoprire, non solo per i vini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *