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Lo scorso 12 giugno 2022 all’Orto Botanico di Roma si è tenuta
La storia che si cela dietro una bottiglia di vino apre sempre scenari affascinanti: vite da raccontare, tradizioni e filosofie, territori e persone. Raccontare il vino è conoscere, trasmettere cultura. Domenica 12 giugno nel cuore di Trastevere, nella splendida cornice dell’Orto Botanico sono stati accolti 45 operatori del settore allo scopo di far conoscere i vini e l’enogastronomia della Catalogna.
Una manifestazione in cui si sono svolte, per la prima volta a Roma, una serie di attività di promozione della cultura e dell’enogastronomia catalana, riservate a cariche istituzionali, operatori del settore stampa e Horeca, organizzate e promosse dalla Delegazione del Governo della Catalogna in Italia, in collaborazione con l’Institut Ramon Llull e Prodeca. Per quanto riguarda la parte enogastronomica la delegazione si è affidata a Roma Wine Experience e Riserva Grande Academy con la collaborazione della Scuola Europea Sommelier di Roma.

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Alla base di questa bella giornata la complicità di Giovanna Peracchia che vive in catalogna da oltre 20 anni, hanno raccontato questa affascinante storia enogastronomica. La Spagna, paese produttore di vino tra i primi nel mondo, la conosciamo soprattutto per i territori più raccontati come la Ribera Del Duero e la Rioja. Della Catalogna, regione che si estende intorno alla sua capitale Barcellona, conosciamo solitamente il Penedès per la produzione di spumanti e il Priorat, unico territorio insieme alla Rioja che si fregia della Denominacion de Origen Calificada, denominazione spagnola che riconosce l’esclusività del territorio vinicolo. Un territorio antico e frastagliato, la Catalunya, ricco di storia e di tradizioni, che cambia di zona in zona, con la caratterizzazione di terroirs decisamente esclusivi volti a dare forte identità ai vari vini prodotti. Ben dodici Denominacion de Origen Classificano i vini di altrettante sottozone:
1.Alella
2.Conca de Barberà
3.Costers del Segre
4.Empordà
5.Montsant
6.Penedès
7.Pla De Bages
8.Priorat
9.Tarragona
10.Terra Alta
11.Catalunya
12.Cava
Provenienti dalle suddette zone, abbiamo degustato 6 vini selezionati per noi dall’agenzia catalana Prodeca (Promoting Catalan Food). Un fil rouge lega i 6 vini degustati che presentiamo di seguito: la pulizia, l’eleganza, la bevibilità. E diciamo subito che in primis, ci ha colpito la forte identità che ha mostrato ogni vino in relazione al suo territorio. Di seguito andiamo a raccontare i vini degustati. –

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  1. Bernat Oller. Blanc De Picapolls, 2020. Pla de Bages.
    Siamo nel cuore della Catalogna a nord di Barcellona. Zona importante per l’intera regione a nord della montagna sacra di Montserrat legata al culto cristiano e alle vicende di S. Ignazio di Loyola. Da qui proviene il primo vino degustato, da uve Picapolls bianca e Picapolls rossa vinificata in bianco. Appena 11,5% per un vino che dichiara subito la sua identità. Elegante, delicato, profumato di fiori bianchi, dove sul finale emerge un’inconfondibile nota di frutto della passione. Note sensuali e sinuose, le nuance espressive di questo vino insistono su aromi dolciastri e limonosi. Vino vegano e biologico certificato, ci colpisce per la sua espressività.
  2. Albet i Nova. El Fanio, 2020. Penedès.
    Dalle sponde del mare delle Baleari che guarda verso Maiorca e Minorca, arriva il secondo bianco degustato da uve Xarel-lo in purezza. Uva da taglio decisamente molto più conosciuta per il blend che compone il famoso spumante Cava con le altre uve Parellada e Macabeo. Una leggera nota vanigliata ci dice subito che si tratta di un vino che vuole mostrare una certa struttura. Subito emergono in sequenza note floreali di acacia e agrumate. L’assaggio stupisce per il suo equilibrio che rivela una spalla acida importante corroborata dalla nota vanigliata molto piacevole restituita dal passaggio in legno. Grande bevibilità per un vino che ricerca un abbinamento da non sottovalutare.
  3. Ilercavònia. Garnacha blanca 2020. Terra Alta.
    Siamo nella parte più a sud della Catalogna vitivinicola. Una delle zone più antiche dove la vite viene coltivata con passione, lavoro duro e attaccamento alla terra, fin dal medioevo. Terre aspre, impervie e brulle dove la vite si è adattata regalando vini di struttura. Siamo nel regno delle Garnache: la blanca, la negra e la peluda. Ma si coltivano anche il macabeo e il parellada e la carinena. Vino straordinariamente fresco, grazie ad una spalla acida decisamente importante, i quasi 14% non si fanno sentire affatto. Paradossalmente, in una giornata di gran caldo come quella in cui si è tenuta la degustazione, ci è parso un vino quasi dissetante.
  4. Carles Andreu. Trepat 2019. Conca de Barberà
    Un grande altopiano caratterizza il territorio: come dice il nome, una conca circondata da alte montagne. Territorio molto antico ricco di tradizioni. La viticoltura è nata intorno ai grandi monasteri benedettini che qui hanno codificato la coltivazione dell’uva portata dai monaci e dai templari nei primi secoli del cristianesimo. Al centro di questa tradizione un monumento simbolo è il monastero di Poblet, tutt’ora dedito alla produzione del vino da parte dei monaci. In questo territorio la tradizione colloca il fatto mitologico accaduto intorno al 300 DC, di San Giorgio e il Drago. Episodio epico raccontato dalla storia dell’arte in dipinti leggendari, che vede il santo sconfiggere il drago con una lancia per liberare la fanciulla dalle sue grinfie. Un tempo molto famosa per la produzione di vini rosati, la Conca de Barberà, è ora caratterizzata dalla produzione anche di grandi rossi. E’ il caso del vitigno trepat che si produce soltanto in questa zona della Catalogna, tanto che le bottiglie prodotte portano un marchio distintivo che le contraddistingue. Il primo vino risso che abbiamo degustato è veramente elegante, equilibrato, con note minerali e fruttate. La trama tannica decisamente delicata, fa pensare ad un abbinamento ideale con la zuppa di pesce caratteristica del posto. Il produttore ci tiene a specificare sulla bottiglia che l’uva trepat proviene da 3 crus: El Figueral, Les Parades e La Butxaca,
  5. Vinyes Domènech. Furvus 2020. Montsant
    Il territorio di Montsant circonda e abbraccia come un grande anello l’intero comparto del Priorat tanto che ne riflette la stessa filosofia produttiva. Le caratteristiche geologiche di questo territorio fanno risalire la sua formazione a più di 400 milioni di anni fa. Circumnavigando il Priorat abbiamo quindi suoli molto diversi, passando dal calcareo all’argilloso, dove trovano spazio anche l’ardesia e la grafite. Circondato dai monti che ne determinano il clima con inverni molto freddi ed estati molto calde. Le grandi escursioni termiche permettono di elaborare vini di grande eleganza e profumi. A motivo di ciò qui trova spazio anche la produzione di vitigni internazionali come lo chardonnay, il merlot e cabernet sauvignon. Il quinto vino che degustiamo vede un blend di garnacha negra al 90% e un 10% di merlot. Il vino è straordinariamente profumato. Ci sorprende una nota floreale di incenso di rose che domina incontrastata su note di spezie dolciastre con un leggero sbuffo di pepe rosa sul finale.
  6. Vinyes D’Olivardot. Samsò – Pissarra 2015. Empordà
    Concludiamo il nostro piccolo viaggio virtuale spingendoci nel territorio vinicolo più a nord della Catalogna. La zona di Empordà, bagnata dal mare da una parte e confinante con la grande catena montuosa dei Pirenei dall’altra. In questa zona, anticamente detta Empuria portarono il vino i greci nel 600 AC. In particolare ci troviamo nel regno della carinena blanca e negra che in questa zona prende il nome di Samsò, come riportato sull’etichetta della bottiglia che abbiamo degustato. Terroir estremo caratterizzato dalla pissarra, pietra rossa e nera da noi conosciuta come ardesia. Vini estremi, dal carattere deciso e da note speziate altisonanti. In questo vino, sicuramente il più strutturato, abbiamo trovato il riflesso di questo terroir che si esprime in forti note speziate ed ematiche. Dalla nota di cacao al pomodoro secco, dal cuoio alla nota ferrosa, scura e affumicata. Il passaggio di 16 mesi in barriques francesi contribuiscono a delineare il quadro strutturale di questo vino che chiude questa degustazione catalana. La degustazione è stata arricchita da prodotti tipici del territorio e raccontati magistralmente da Giovanna Peracchia che opera da più di 20 anni a Barcellona come docente di cucina ed esperta gastronoma. Di seguito i prodotti che abbiamo assaggiato.
    PRODOTTI GASTRONOMICI
    Formaggi
    Formaggio Serrat, marca Serra del Tormo
    Formaggio Garrotxa, marca Bauma
    Formaggio Tupí, marca Ancosa
    Formaggio Maquia, marca la Segalla
    Formaggio Betara, marca Salgot
    Salumi
    Salumi della marca Salgot
    Olive e olio
    Olivada ecologica marca Mar Tret Olio,
    Olio, marca Olirium (olio bio della zona dell’Empordá della marca Olirium, blend di due varietá di olive, arbequina e argudell, vincitore della medaglia d’oro NYIOOC nel 2020, una delle piú prestigiose competizioni al mondo)
    Vari
    Acciughe sotto sale della marca Anxoves de L’Escala
    Pan de Pages Catalano IGP del forno Cal Mosso (vincitore del premio al miglior Pan de Pagés del 2021)
    Frutta secca e dolci
    Le marmellate marca Museu de la confitura
    Nocciole IGP marca L’ Avellanera
    Noci marca Finca La Noguera
    Mandorle di cioccolata marca Bombons Blasi (una famiglia che da 5 generazioni, fin dal 1877 si dedica all’elaborazione del cioccolato a Barcellona)
    Torrone di Agramunt, marca Viçens Carquinyolis marca Escafet Neules Les delicies de Sant Tirs
    Considerazioni Finali
    Alla fine di questo piccolo viaggio enoico possiamo dire ancora una volta che ci ha sorpreso la bellezza dei vini degustati e del loro territorio di provenienza. Il desiderio è ora quello di partire e toccare con mano le terre che abbiamo raccontato, respirare il vento e il mare e tornare ancora più arricchiti di esperienze. Un caloroso grazie va a Luca Bellizzi della Delegazione del Governo Catalano in Italia che ha voluto realizzare questo evento con la nostra collaborazione.
Marco Cum
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