Il tema dell’eleganza di un vino è dibattuto da sempre ed io lo trovo ancora estremamente affascinante. Non fosse perché alla domanda “quand’è che possiamo definire un vino elegante?” ognuno di noi, probabilmente, risponderebbe in maniera diversa.
Prendendo in esame le mie chiacchierate avute con amici, appassionati, produttori ed addetti ai lavori, in questi ultimi venti cinque anni passati a raccontare il vino, credo di poter sostenere, senza tema di smentita, che per la maggior parte degli noi l’eleganza non può prescindere dall’equilibrio. In altre parole, è ragionevole poter affermare che l’eleganza rappresenti il bilanciamento fra le componenti dure e morbide di un vino, fra la sua struttura e la sua acidità, ma soprattutto l’armonia e l’intensità delle sue sfumature. Ne abbiamo voluto parlare con un produttore che ormai da quattro generazioni basa la sua ricerca dell’eleganza assoluta sulle necessità primarie dei vigneti e dei loro cicli biologici. Stiamo parlando di Sergio Germano, titolare della cantina Ettore Germano di Serralunga d’Alba, che in azienda è affiancato dall’inseparabile e insostituibile moglie Elena e dagli emergenti figli Elia e Maria. Il suo primario talento è stato quello di riuscire a valorizzare l’incredibile patrimonio delle vigne di Serralunga d’Alba, realizzando dei grandi rossi che sono lo specchio della terra che li produce: Barbera d’Alba, Langhe DOC, Langhe Nebbiolo e Barolo. “Io non sono mai stato un grande fan dei vini troppo spessi e concentrati” ci dice Sergio “ed ho sempre dato alla finezza ed alla piacevolezza un’importanza primaria. Poi noi facciamo vino in una zona dove la potenza è intrinseca nel terreno per cui il nostro compito è quello di domarla. Oggi più che mai cerchiamo di mantenere un po’ più alta la resa, aumentando la densità per ettaro. Siamo arrivati a 5 mila piante per ettaro, forse non tantissime ma rispetto alle 3 mila canoniche utilizzate da sempre per il Nebbiolo sono tante.
Questo crea un allungamento del ciclo vegetativo per ritardare il più possibile la raccolta e permettere all’uva di beneficiare di un’ottimale escursione termica. Una soluzione che ci consente di non perdere il carattere varietale e mantenere un grado alcolico sui 14 gradi. Senza questi accorgimenti i nostri vini potrebbero raggiungere gradazioni alcoliche troppo elevate a scapito di bevibilità e freschezza. In cantina invece abbiamo notato, ormai da oltre 15 anni, che l’allungamento del contatto delle bucce è positivo sull’affinamento dei tannini. In passato una macerazione di 15/20 giorni creava tannini molto duri, a tratti invasivi.
Oggi puntiamo a macerazioni di 40/50 giorni realizzate sul Barolo Ceretta fino a 2 mesi per la nostra riserva, il Lazzarito. Questo porta ad un picco della tannicità sui 20 giorni per poi traghettare i tannini verso la polimerizzazione, che li affina e li fa crescere in ricchezza, complessità è in rotondità. Vedo senza ombra di dubbio che questa scelta stilistica è apprezzata dalla nostra clientela”. Ora, se le origini di questa storica cantina sono ben radicate a Serralunga, la voglia di spaziare e realizzare etichette sorprendenti non si è mai fermata. Ed ecco allora l’investimento a Cigliè, nell’Alta Langa, dove Sergio ha potuto portare avanti la sua passione per i vini bianchi. Fin dagli anni della scuola di enologia Sergio Germano è stato affascinato dal processo di produzione dei bianchi, e nella sua propensione a sperimentare per ottenere l’eccellenza ha creato prima un Riesling che non ha niente a che invidiare alle più grandi etichette d’Oltralpe e delle bollicine di Alta Langa che rappresentano oggi una meravigliosa interpretazione di spumante italiano. Ne consegue che davvero pochi produttori a livello internazionale possono vantare oggi l’eccellenza assoluta in tutte le tipologie di vino realizzate: i suoi bianchi, i suoi rossi e le sue bollicine sono vere interpretazioni d’arte che ci hanno coinvolto, sorpreso, affascinato.


La degustazione si è tenuta in due sessioni, alla cieca, affrontando prima i bianchi e poi i rossi.
ALTA LANGA DOCG RISERVA BLANC DE BLANC PAS DOSÉ. Le uve Chardonnay, raccolte a mano, vengono introdotte intere nella pressa, dalla quale si separa il primo mosto fiore. Il mosto, dopo la pressatura, fermenta parte in legno e parte in acciaio, riposando in bottiglia su lieviti per almeno 65 mesi. Trascorso il periodo, la sboccatura non prevede nessuna liqueur per rispettare al massimo l’espressione del vitigno e la mineralità del suolo. Il colore è giallo paglierino nobile, attraversato da un perlage pieno e vitale. Esprime un bel naso di fiori gialli e di lievito, seguiti da una trama minerale di pietra focaia e roccia. La progressione è tonica e fresca con ritorni marini suggestivi. Il sorso è pieno e gustoso, con una notevole persistenza data dalla fresca acidità, esaltata dalla finezza dell’anidride carbonica.
HERZU LANGHE D.O.C. RIESLING 2021. prodotto da uve di Riesling Renano in purezza fermentate a bassa temperatura, per lasciare un residuo zuccherino di circa 5/6 grammi per litro ed aiutare l’espressione varietale del vitigno. Alla vista si presenta giallo paglierino con riflessi verdognoli. Naso dolce ed alcolico, dall’impatto avvolgente, invitante e succoso di miele, cedro e fiori gialli che disegnano un profilo ricco e solare. Col passare dei minuti la sua sensualità floreale si fa a dir poco travolgente, aprendo ad un sentore di ferro e note idrocarburiche tipiche di questo straordinario vitigno. In bocca è pieno e gentile, capace di richiamare il calore espressivo del naso. Suggestivi gli echi dolci ed al contempo sapidi che lo traghettano con slancio e vitalità in un finale elegante e davvero coinvolgente.
BAROLO CERETTA 2019. Colore granato diafano con lieve sfumatura arancio. Il naso mostra un pudore quasi femminile nel porgere la parte migliore di sé, ma una volta atteso sa donarsi in modo struggente ed etereo, evocando una leggiadria che fa pensare allo strato superficiale della terra di Serralunga, rossastro e sottile. In sequenza si avvertono fiori macerati, erbe medicinali, spezie orientali e piccoli frutti scuri maturi; i sentori appaiono come tanti fili quasi invisibili sorretti da un fragile equilibrio. Il test a bottiglia aperta, imprescindibile, mostra tenuta e slancio evolutivo. In bocca si mantiene su una meravigliosa linea di delicatezza. Lo sviluppo denota una sostanza severa ed una fisionomia scolpita. Il finale è di pulizia e di un impeccabile corrispondenza gusto olfattiva. Questa etichetta mi ricorda il perché io ami così tanto il Barolo: ti sorprende ad ogni approccio e sa essere cristallino nella tattilità delle sensazioni finali.
BAROLO PRAPO’ 2019. Colore granato maturo con tendenza mattone. Naso dall’impatto ricco e dolce, esce subito un’alcolicità avvolgente e viscerale: un vino che mostra una naturale propensione alla seduzione immediata. In sequenza abbiamo erbe infuse, sentori animali ed una inconfondibile frutta rossa matura. Nel tempo palesa un’attraente profondità prima di lasciar emergere un nuovo scatto balsamico. In bocca l’ingresso è caldo ed energico, ha le movenze classiche di un grande Barolo. Tannino austero ed acidità viva si fondono in una gustosa vibrazione con ritorni amari, in contrappeso alla dolcezza iniziale. L’epilogo assume una godibile dinamica acido sapida, non è lunghissimo ma si fa ricordare.
BAROLO RISERVA LAZZARITO 2017.
Il meraviglioso frutto che questo antico vigneto ci regala viene raccolto in cassette a maturazione avanzata. Effettua una macerazione sulle bucce per circa 50/60 giorni, durante i quali si effettuano diversi rimontaggi giornalieri, per favorire l’estrazione di colore e tannino. Dopo la svinatura e la fermentazione malo-lattica, il vino viene introdotto in botti di rovere da 2.000 litri per un periodo di affinamento da 24 a 36 mesi circa. Poi imbottigliato e affinato in cantina prima di essere commercializzato. Il naso del Lazzarito è il paradigma del Barolo: sensuale, elegante eppur energico, sa di tuberi, frutta rossa e liquerizia, la sua tensione si mantiene a lungo rivelando erbe medicinali, e poi freschezza mozartiana di mineralità quasi carnale. In bocca c’è tutto quello che si sogna di assaggiare in un rosso: innanzitutto quella composta e profonda solidità della quale fanno parte i tannini in perfetto stato di maturazione, e poi l’acidità che fa vibrare la persistenza con echi marini di grande freschezza. Il sapore, nel suo complesso, ha il pregio di una persistenza insuperabile, riprende la forza del terroir e la restituisce con la molteplicità di sfumature che è l’atout del Nebbiolo. Chi non lo ha mai bevuto cerchi di colmare questa lacuna il prima possibile. Magnifico.
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