Con l’utilizzo di vitigni resistenti si sono decisamente ridotti gli interventi di protezione dagli attacchi parassitari e fungini in campo.
Scarsità di materie prime, tra cui fertilizzanti e fitosanitari, aumento dei costi e una maggiore sensibilità ambientale del consumatore, spingono verso l’utilizzo in vigna di varietà resistenti alla peronospora e all’oidio. La positiva esperienza della Cantina Fuschi di Silvi, in terra d’Abruzzo.
Da un po’ di anni a questa parte la selezione e l’utilizzo dei “vitigni resistenti” si sta rivelando uno strumento importante nella viticoltura sostenibile, anche in questo periodo storico di cambiamenti nell’economia mondiale, in cui sta diventando difficile reperire le materie prime e dove i prodotti coadiuvanti alla coltivazione in agricoltura come fertilizzanti e fitosanitari, spesso importati dall’estero, hanno raggiunto costi ormai incontrollabili. Inoltre negli ultimi anni è aumentata la sensibilità ambientale quale conseguenza dei crescenti problemi scaturiti da sfruttamento incontrollato del suolo e utilizzo di principi attivi per la difesa in agricoltura che, seppur efficaci, sono soggetti a restrizioni e revoche, rendendo pertanto difficile una viticoltura sostenibile con le attuali varietà suscettibili ad attacchi parassitari ed infezioni fungine. La ricerca di varietà che possano contrastare naturalmente le infezioni per loro caratteristiche genomiche è un obiettivo per il miglioramento in agricoltura, ma nel caso della vite, questo si scontra spesso con il desiderio di mantenere inalterate le caratteristiche genetiche dei cloni pregiati, più noti e storicamente presenti sul nostro territorio. Ad oggi, attraverso successivi avanzamenti tecnologici e studi presso istituti di ricerca pubblici e privati, nel Registro varietale italiano sono iscritte 37 varietà resistenti a Plasmopara viticola (peronospora) ed Erysiphe necator (oidio). A scopo esemplificativo, forniamo nella tabella alcune informazioni relative alle suscettibilità.
Per ottimizzare l’utilizzo dei varietali è necessario adottare una corretta gestione della difesa tenendo conto della tendenzialmente elevata vigoria delle viti, posizionando efficacemente i pochi interventi contro le infezioni, cosa che da sperimentazioni recenti ha dimostrato una riduzione del 60-80% di impiego di fitofarmaci rispetto alle varietà tradizionali. Resta comunque utile una scelta dei vitigni resistenti più adatti, in virtù sia del risultato che si vuole ottenere sia del territorio che li dovrà ospitare con il suo microclima unico. Significativo il caso della Cantina Fuschi di Silvi, in provincia di Teramo, in Abruzzo, che, dopo aver effettuato test e degustazioni tecniche di vini monovarietali ottenuti da uve di vitigni resistenti, ha deciso di impiantarne alcuni, avendo a disposizione parte dei terreni situati in collina ad un chilometro dal mare, suolo composto da arenaria, argilla e calcare ed esposti a nord est.

Così nel 2018 è stato creato un vigneto totalmente certificato Biologico impiantando: Johanniter, Souvignier Gris, Sauvignon Blanc, Viognier ed altri vitigni a bacca bianca tra cui il Glera, Chardonnay, Pecorino, Trebbiano e Cococciola, condotti dall’azienda in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Superiore di Agraria di Atri (TE) e i loro insegnanti. Si è pertanto potuto verificare che gli interventi di protezione dagli attacchi parassitari e fungini in campo sono decisamente ridotti rispetto a quelli necessari per gestire vigneti tradizionali fortemente soggetti ad ammalarsi, per cui anche il relativo costo dei prodotti, consentiti in Biologico, si riesce a contenere. Si è potuto inoltre verificare che già dalla seconda metà del mese di luglio è stata raggiunta una quasi idonea maturazione delle uve e in effetti la vendemmia di queste viene fatta in agosto. La fase di affinamento del vino avviene in anfora di Cocciopesto per esaltare la mineralità che già è data dal Johanniter, clone particolare della famiglia dei Riesling, dal carattere aromatico fine ed elegante.
Attualmente il mercato estero di esportazione in nord Europa dell’azienda, risponde apprezzando questi vini fruttati, minerali e fini dal carattere unico, pertanto le innovazioni stanno avendo un riscontro che fa ben sperare, anche alle in terra d’Abruzzo.
- Vitigni resistenti - Gennaio 17, 2023