Smiling couple toasting wineglasses

Il buon vivere, l’arma segreta dei nostri territori2 min read

Permettetemi di iniziare parlando di noi, anzi di voi lettori! L’accoglienza che ha accompagnato l’uscita del primo numero di Wine Stories ha superato ogni nostra più rosea aspettativa. Ci avete espresso il vostro apprezzamento per la nuova veste grafica, per la qualità dei contenuti e per aver voluto allargare lo sguardo anche ad aspetti culturali che accompagnassero gli articoli prettamente tecnici.
Dietro a ogni numero di Wine Stories c’è una squadra formidabile, che ha permesso la realizzazione di un prodotto editoriale di qualità, alla quale sono profondamente grato per il suo contributo.
Fare squadra, appunto, è un concetto fondamentale in molti aspetti della nostra vita, sia privata che professionale. Nell’ambito della promozione territoriale, poi, assume il carattere di imprescindibilità.
La Scuola Europea Sommelier ha fatto del territorio un elemento centrale, contemporaneamente punto di partenza e di arrivo di un percorso virtuoso. Se infatti da un lato esso definisce l’identità, delimita i confini, unisce per antonomasia, dall’altro il territorio è il fine ultimo della promozione, in modo da far ricadere i frutti del lavoro proprio sulla comunità di riferimento.
Per questo la nostra attenzione è focalizzata sul cosiddetto turismo esperienziale, che sta velocemente soppiantando quello più statico, fatto di percorsi obbligati e cartoline. Con l’avvento delle tecnologie, specie quelle legate alla Rete e alla realtà virtuale, la visita perde gran parte del proprio appeal e anzi la domanda si sposta verso l’esperienza, ciò che il digitale non può (e per fortuna!) riprodurre.
Ecco quindi che il vino diventa attore protagonista di un sistema territoriale nel quale lavorano in sinergia storia, natura, enogastronomia, attività sportiva e accoglienza. Si tratta, volendo riassumere in una sola formula, di tutto ciò che fa di quella realtà un unicum.
La destinazione turistica risulta in questo modello un organismo complesso, nel quale gli attori giocano, esaltando le proprie caratteristiche peculiari, il ruolo contemporaneo di solisti e uomini-squadra. Il tutto a vantaggio dell’offerta e dell’economia locale.
Un bell’esempio di questa mentalità, nel quale la SES ha avuto un ruolo di primissimo piano, è stata la bella manifestazione Wine Destinations Italia tenutasi lo scorso novembre a Livorno: in quella sede i produttori, le strutture ricettive, le Amministrazioni hanno mostrato i benefici dell’integrazione, che diventa evidente vantaggio competitivo.
Si tratta di riprodurre questo modello nei tanti territori italiani, condannati da una storia di divisioni a una visione miope e campanilista.
Non si tratta di una formula magica, né alla fine di un gran segreto: vino, cucina e cultura fanno parte di quel buon vivere di cui è facile innamorarsi.

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