Inaugurare una rubrica letteraria, generalmente, suscita in me un duplice stato d’animo: gratitudine verso chi me l’ha affidata e indecisione sul libro con il quale esordire.
In questo caso, invece, non ho avuto alcuna titubanza e d’impulso ho scelto di cominciare questa nuova avventura legata al mondo del giallo nella sua più ampia accezione con il saggio di Luca Crovi Storia del giallo italiano, pubblicato nel settembre 2020 da Marsilio. Un libro che fa seguito a Tutti i colori del giallo e a Delitti di carta nostra. Una storia del giallo italiano che Crovi ha dato alle stampe una ventina di anni fa.
Storia del giallo italiano condensa, in poco meno di cinquecento pagine, circa duecento anni di gialli, thriller e noir, mettendo in evidenza, con puntuali considerazioni e notizie sovente originali, le principali opere pubblicate e i loro autori.
Un’introduzione di carattere generale dal titolo “Investigando sul giallo italiano” precede i diciassette capitoli in cui è suddiviso il volume, ognuno dei quali è articolato in una serie di sotto capitoli dedicati a tematiche gialle di particolare rilevanza (“Le città dei misteri”, “Dallo spiritismo al noir”, “Nick Carter, Joe Petrosino e altri eroi delle dime novel”, “La censura fascista”, “Sciascia: crimini e società di Sicilia”, “Investigatori di regime”, ”Humour nero italiano”, ”Favole in nero”, ecc.).

Altre parti riguardano città (Milano, Napoli, Torino, Roma) e regioni della nostra penisola (Liguria, Emilia, Toscana, Sicilia) individuate quali scenari di storie ad alta tensione da autrici e autori italiani (Emilio De Marchi, Giorgio Scerbanenco, Andrea Camilleri, Umberto Eco, Danila Comastri, Maurizio De Giovanni, Fruttero&Lucentini, Barbara Baraldi, Carlo Emilio Gadda, Valerio Varesi, Valeria Tuti, Marco Vichi, solo per citarne qualcuno).
Nel libro si ritrovano, oltre a scrittori conosciuti dai più, volti meno noti e anche autori famosi per aver scritto testi inquadrati in altri generi letterari, ma a ragione ricondotti da Crovi tra le narrazioni gialle/noir. Due esempi per tutti: I promessi sposi di Alessandro Manzoni e I Beati Paoli di Francesco Renda.
Nel capitolo “Le dame in nero” (e non solamente) viene dato ampio spazio alla letteratura di genere realizzata da scrittrici, a conferma del fondamentale ruolo svolto dalle donne per lo sviluppo e la diffusione dei romanzi gialli, a cominciare da Carolina Invernizio e Matilde Serao, per poi proseguire con Magda Adami Cocchia, Laura Grimaldi e tante altre.
L’autore chiude la propria opera con un omaggio a suo padre, il grande Raffaele Crovi (scrittore, poeta giornalista, autore televisivo, sceneggiatore), coinvolgendo i lettori in “un ultimo quiz” basato sulla raccolta di racconti da lui curata, intitolata Buon sangue italiano.
Siamo dunque di fronte a un saggio ben documentato e che affronta, sia pure in modo inevitabilmente sintetico, le principali tematiche che hanno caratterizzato nel tempo il giallo nostrano. L’autore ha inoltre il grande merito di aver utilizzato un approccio semplice e chiaro, nonché un linguaggio appassionante e non “cattedratico” che ha reso il testo gradevolmente leggibile anche da parte di un pubblico non esperto di questo genere letterario o che non ama la saggista.
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