L'inquietante bambola del pittore innamorato 1

L’inquietante bambola del pittore innamorato3 min read

L’amore spinto fino al limite estremo della passione, può divenire ossessione, follia. Ne è un drammatico esempio il legame nato tra Oskar Kokoschka e Alma Mahler: lui noto pittore espressionista, lei compositrice e pittrice. Alma era famosa soprattutto per una non comune capacità seduttiva, tanto da essere soprannominata la «Vedova delle Quattro Arti». Infatti fu moglie, ben poco fedele in verità, del compositore Gustav Mahler, dell’architetto Walter Gropius e dello scrittore Franz Werfel. Collezionò anche tante relazioni clandestine, tra cui quella con il pittore Gustav Klimt e quella con Kokoschka.


Amante poco devota, era posseduta dal desiderio di rivestire il ruolo di musa ispiratrice dei tanti geni che la corteggiavano e si contendevano le sue grazie.
Lo sgraziato Kokoschka, l’enfant terrible della scena artistica viennese, orecchie a sventola, capelli rasati, occhi strabici, restò folgorato dalla sua bellezza, se ne innamorò immediatamente. Le scrisse circa 400 lettere d’amore. Il pittore «l’accoglieva impaziente nel suo studio dalle pareti tutte dipinte di nero, indossando un pigiama rosso fiamma». Da questa passione nacque uno dei suoi quadri più famosi: La sposa del vento.


I due anni a seguire furono teatro di viaggi, fughe, lettere, gelosie. Di notte il pittore fissando nel buio il fantasma del di lei marito defunto, cadeva in un delirio profondo.
Lui dedicò alla donna numerose opere, lei, dal canto suo, declinò ogni sua proposta di matrimonio.
Alma, irrequieta e desiderosa di libertà, decise a un tratto di chiudere la relazione mentre il pittore era arruolato al fronte. Era scoppiata la I Guerra Mondiale, Kokoschka per comprarsi una divisa militare aveva venduto il quadro La sposa del vento. Fu ferito due volte: ricevette un proiettile in testa in Ucraina e in Russia una baionetta gli trafisse il petto.
Sopravvissuto, iniziò ad avere potenti visioni, venne congedato per malattia nervosa. Alma era già a Berlino e aveva sposato Gropius, colui che avrebbe fondato il Bauhaus.
Oscar, pazzo di dolore, si fece confezionare da Hermine Moos, artigiana di Monaco, una bambola del tutto simile alla donna amata, un fantoccio di segatura da accudire, accarezzare e dipingere.
La bambola fu costruita seguendo i disegni dell’artista: la consistenza simile alla carne, le cuciture ben nascoste, gli organi scrupolosamente riprodotti, doveva avere lingua, denti, bocca, parti intime «lussureggianti e villose altrimenti non sarebbe stata una donna ma un mostro».
Era completamente snodabile per adagiarla in tutte le posizioni e coperta di morbido peluche, per riprodurre la sensazione di serica morbidezza che dava al tatto la pelle della vera Alma.


Oskar accolse dopo mesi di lavoro la bambola con un po’ di delusione: il suo aspetto era inquietante e grottesco. Nonostante ciò le comprò abiti costosi e biancheria intima, chiamò delle cameriere perché la servissero, la portò con sé in carrozza, la condusse a feste e balli, la dipinse in numerosi quadri, tra i quali il conturbante “Autoritratto con bambola”.
Dopo un anno, stanco della bambola, degradata a semplice modella e disegnata e dipinta centinaia di volte, diede una grande festa vestendola con i suoi abiti migliori. All’alba, del tutto ubriaco, la portò in giardino, la cosparse di vino rosso, le tagliò la testa e poi la abbandonò così. “Ho ucciso l’Alma!”, commentò e se ne andò a dormire.


Alcuni vicini scambiarono i resti per un omicidio brutale. La bambola che non aveva saputo imitare la vita, si riscattava con una perfetta finzione di morte. Polizia e medico chiarirono l’equivoco.
Facendo a pezzi la bambola Kokoschka fece a pezzi la sua ossessione, il fantoccio aveva scacciato tutta la sua passione, fu un medium che consentì una graduale accettazione della fine di un amore.


La storia della bambola di Kokoschka ha affascinato molti scrittori. Anche Camilleri, il maestro siciliano, lasciando le atmosfere mediterranee e barocche di Vigata, ambienta il suo romanzo “La creatura del desiderio” dedicato proprio ai due bizzarri amanti, nel territorio magico della Vienna dei primi del Novecento.

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