La grande occasione 1

La grande occasione3 min read

La grande occasione (dobbiamo riposare)

“…mi domando se veramente tutto questo fragoroso e vertiginoso meccanismo della vita, che di giorno in giorno sempre più si complica e s’accelera, non abbia ridotto l’umanità in tale stato di follia, che presto proromperà frenetica a sconvolgere e a distruggere tutto. Sarebbe forse, in fin de’ conti, tanto di guadagnato. Non per altro, badiamo: per fare una volta tanto punto e daccapo.”


(L.Pirandello – Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

Oggi, incredibile ma vero, possiamo riposare.
Nessuno ci corre dietro e, pure se fosse, non gli daremmo retta: nelle nostre condizioni il massimo della libertà che possiamo permetterci è fare quello che ci pare facendo finta di niente.
Oggi possiamo riposare. Oggi dobbiamo riposare.
Perché domani si riparte e – pronti via – ci aspetta una replica (sì, una sola, incredibile ma vero) e un viaggio di 9 ore che spezzeremo in due tronconi da 4 ore e mezza, fermandoci nei pressi di Valmontone a dormire (e a mangiare, per sfogarci, mangiare è uno dei nostri metodi anti stress preferiti) per poi ripartire alla volta di Pistoia.
A Valmontone ha prenotato F., questo mese tocca a lui pensare agli alloggi, cerca sempre posti belli tenendo sempre d’occhio il prezzo (dobbiamo pagare noi, così
come il vitto, ma forse ha ragione A. Busi quando dice che tutti i pasti si pagano, perciò che differenza fa?).
Abbiamo una vita che infiliamo nei ritagli che ci prendiamo – quasi forzatamente – tra uno spostamento e l’altro, un contratto a tempo determinato e un’unica cosa da fare, anzi, due.
Fino ad Ottobre era una poi, all’improvviso, sono diventate due ma, del resto, come dice il nostro datore di lavoro: “invece di fare due repliche del solito spettacolo ne fate due di due spettacoli diversi, intanto vi pago”.
C’è qualcosa che non torna, in questo discorso, penso; eppure, tutte le volte che mi trovo a parlare al telefono (e dove sennò?) con dei colleghi tutti ripetono la stessa frase: “vabbè ma è una grande occasione, chi fa più una tournée di 7 mesi con 150 date?”.
Nessuno, è vero.
Nessuno fa più tournée di 7 mesi con 150 date dove bisogna anche guidare il furgone, prenotarsi da soli (e da soli pagare) alberghi e ristoranti, caricare e scaricare il furgone, montare e smontare la scenografia, fare sala (che vuol dire
mettere a sedere dai 200 ai 600 ragazzi ogni mattina) rimediando, la maggior parte delle volte, alla latitanza di professori e gestori delle sale, che si limitano ad aprirti
le porte del teatro e a tenere aperto il bar, vendendo pop corn e patatine che sentirai sgranocchiare per tutta la durata dello spettacolo (anzi, degli spettacoli, dato che le repliche singole si contano sulle dita di una mano).

La grande occasione 2
La grande occasione 5

Già, perché in mezzo a tutto questo, bisogna pure ricordarsi di recitare.
Chi le fa più tournée così?
Nessuno. E fa bene, credetemi, a non farle più nessuno. Perché la salute ne risente: mal di stomaco, mal di testa e mal di schiena continui, ore di sonno da recuperare che si accumulano, stress che viene sfogato in reazioni inconsulte che ormai, noi che questa vita la facciamo da molto tempo, capiamo al volo ed emendiamo in silenzio, per non rovinare il clima bello ma labile, delicato e necessario della tournée.
E’ teatro, questo. No, non c’è niente (o quasi) di divertente o di romantico.
E’ lavoro.
Dobbiamo farlo.
Poi c’è la vita, o meglio: lo spazio piccolo dove ficcare quello che sei o vorresti essere, con la foga e la fretta con cui si ficcano le proprie cose nella valigia (enorme e pesante, perché i rientri sono pochi e i viaggi non sono rimborsati).
Perché bisogna ripartire.

Francesco Tozzi
Latest posts by Francesco Tozzi (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *